giovedì 5 gennaio 2012

II. Ricordi d'infanzia

Non sono sicuro se andavo già alle elementari o meno, ma l'età era più o meno quella. Sicuramente ero molto amico di Luca, un mio coetaneo che presto sarebbe diventato il mio migliore amico.

Luca era, allora, figlio unico ed in quanto tale circondato dalle attenzioni dei parenti. Queste attenzioni lo renderanno, col tempo, molto viziato. La particolarità della nostra conoscenza, oltre all'avere moltissime passioni in comunce come la preistoria e la fantascienza, stava nel fatto che eravamo figli di migliori amici: i nostri padri furono compagni di scorribande in gioventù e mantenevano una grande complicità anche da adulti, complice il bar del paese che li riuniva tutti i giorni dopo pranzo.

Anche io e Luca avremmo, col tempo, condiviso grandi avventure ma la nostra amicizia, come tutte le cose grandi, comincia col botto!

Ricordo, infatti, che per rivaleggiare con le attenzioni garantitegli da tutti i suoi mi vantai di avere una rivista porno.

Mio padre che, invece, di attenzioni non ne aveva molte per i figli, complice anche una madre iper-protettiva, teneva in casa delle riviste erotiche che mischiava alla sua collezione di Quattroruote. Donne e motori, insomma. Evidenetemente era troppo fiducioso dell'ingenuità di un bambino e, difatti, sbagliava. Soprattutto considerato che quel bambino ero io.

Sapevo benissimo delle riviste, ma anche dei libri di medicina e anatomia che mia madre acquistò al tempo della gravidanza. Libri che avevano stuzzicanti immagini dell'apparato genitale dell'uomo e che finiranno per accompagnare tutta la mia adolescenza assieme alle riviste erotiche di mio padre. Anche se, qualche volta, mi faceva strano pensare che mia madre avesse potuto sfogliarle assieme a mio padre: orrore!

Un giorno i genitori di Luca acconsentirono per la prima volta a lasciarlo a casa mia a giocare nel pomeriggio. L'occasione fu propizia per me, perchè ebbi l'occasione di mostrare quel 'tesoro nascosto'. Mi ricordo che Luca la prese sul ridere, imbarazzatissimo, ma soprattutto ricordo che fu la prima cosa che disse ai suoi appena arrivarono a prenderlo, con mio grandissimo imbarazzo.

Sua madre non lo lasciò venire più a casa mia fino alle medie, ahimé, e io mi beccai una bella strigliata da mia madre per la figura alla quale la costrinsi. Anche mio padre si beccò una bella strigliata.